giovedì 5 settembre 2013

Vacanze finite.



E l’aria era buona.
E il cielo talmente alto che venivano le vertigini a guardarlo. 
E le stelle tante, troppe, anche per me che da piccola sognavo di contarle, e ci provavo, una, due, più volte, e ogni volta mi dicevo, non ne avrei tralasciata nessuna.   
E il mare talmente vicino che quasi quasi mi sembrava casa. 
Era casa. 
La casa era quando mi svegliavo al mattino e sapevo che ci sarebbe stato il sole a sorprendermi, ad incantarmi ancora una volta, come tutte le volte.


  


Ma da domani si fa sul serio, si ricomincia.
Più carica che mai.
Più determinata che mai. 
Più forte che mai, perché quest’anno m’ha portato via tanto.
Troppo. 
Troppo anche per il mare che non è riuscito a consolarmi. 
E quello che ho perso neanche nell’angolo più remoto del mondo, se lo cerco, lo ritrovo.  
E allora se gli eventi ti spiazzano tu spiazza il mondo intero. 
Se i ricordi si fan troppi tu sostituiscili coi sogni, quelli realizzabili però, quelli che si incastrano perfettamente con le tue possibilità.
Quelli che sono come la vetta di una montagna, che col fiatone, col sudore, incazzata, stanca, in iperventilazione e col cuore che se accelera ancora ti salta via dal petto, ma ci arrivi, la raggiungi, la conquisti. 
E poi è tua.

E poi è mia.

sabato 14 luglio 2012

Chi l'ha detto che i mostri hanno le zanne e bevono sangue?

<<Si dice che quando uno parte va via lasciando sempre un po' di sè...
lascia stare, è l'ennesima stronzata da poeti, perchè io, se qualcuno se ne va, riesco a vedere solo tutto quello che si porta via.
Ci ho pensato, ho riflettuto tanto e tante volte me ne sono pure vergognata.
Già! Mi vergognavo...
Pensavo "caspita quanto sono egoista!"... pensavo che il fatto di vedere il vuoto, non i ricordi, niente memorie di nessun tipo, solo il vuoto, fosse una specie di difetto di fabbricazione, un deficit, una mia mancanza...Ero una che vedeva la realtà punto e basta, una che non si accontentava dei ricordi, delle elemosine che le persone ci lasciano quando vanno via, che poi non sai mai se te le hanno lasciate perchè t'hanno vissuto veramente, o solo per il gusto di marchiarti a modo loro...
ecco...
un marchio...era come se la mia pelle fosse in grado di rimarginarsi nell'immediato, senza più segni, cicatrici, senza solchi...
Ero io l'aliena...io che non capivo come si potesse continuare a vivere con un volto nuovo quando poi dentro, ancora c'era del vecchio...del decrepito...del rotto e reincollato cento volte, e con una colla che evidentemente non aveva mai funzionato davvero...
Io ero quella che si guardava allo specchio e invece di vedere le rughe e i segni che lo scorrere del tempo aveva lasciato, tempo che inesorabilmente era andato perso, vedeva.. l'abbronzatura....già! Vedeva i rossori del sole del giorno prima...
In quei momenti pensavo che nessuno mai aveva descritto un mostro così come lo stavo vedendo io, coi boccoli biondi e gli occhi più azzurri del cielo, eppure io lo stavo vedendo, quel mostro allo specchio mi mostrava quanta paura potevo incutere io, che non ero capace di stare male come una normale...no...io mi ero inventata il modo per combatterlo il dolore, a modo mio, collassando in una specie di letargo mentale durante il quale non avevo occhi per nessuno, tranne che per me...e poi...
Poi sei arrivato tu!>>
 

venerdì 22 giugno 2012

...Bisogna sempre essere ubriachi.
Tutto qui.
E' l'unico problema.
Per non sentire l'orribile fardello del tempo che vi spezza la schiena e vi piega a terra, dovete ubriacarvi senza tregua.
Ma di che cosa? Di vino, di poesia, di virtù: come vi pare. Ma ubriacatevi.
E se talvolta, sui gradini di un palazzo, sull'erba verde di un fosso, nella tetra solitudine della vostra stanza, vi risvegliate perchè l'ebbrezza è diminuita o scomparsa, chiedete al vento, alle stelle, agli uccelli, all'orologio, a tutto ciò che fugge, a tutto ciò che geme, a tutto ciò che scorre, a tutto ciò che canta, a tutto ciò che parla, chiedete che ora è; e il vento, le onde, le stelle, gli uccelli, l'orologio, vi risponderanno: "E' ora di ubriacarsi! Per non essere gli schiavi martirizzati del tempo; ubriacatevi, ubriacatevi sempre!
Di vino, di poesia, di virtù!
Come vi pare!".



Lo Spleen di Parigi 


                                                                                    Charles Baudelaire

lunedì 29 agosto 2011

E se l'estate va via...

Sembrerò matta ma non mi piacciono gli inizi, così come non mi piacciono le conclusioni, mi piace ritrovarmi nel bel mezzo di una cosa già cominciata e ben lontana dal dover finire e così questo angolo tutto per me lo apro senza troppe premesse, senza tante promesse e...ora che ci penso, neanche l'ombra di un motivo...non ho proprio nulla da insegnare, niente in cui sono esperta, non critico, non elogio nessuno, sono una a cui d'improvviso vengono delle idee, una di quelle che se non le mette in pratica soffre da morire e allora oggi, quando sembra che l'estate stia proprio andando via, mi butto addosso alle uniche compagne piacevoli che resteranno anche quando sarà cambiato il tempo, le mie tanto amate PAROLE...
Un avviso voglio farvelo però, saranno anche parole, ma non v'assicuro che dovranno per forza, ogni volta dirvi qualcosa...spesso non diranno un bel niente, raramente vi faranno riflettere ma, è per questo che mi piace scrivere, perchè in fondo, le parole sono come un grande amore, a volte arrivano e non vanno più via, altre volte le intravedi solo da lontano, nella maggior parte dei casi comunque, da qualche parte ci sono, solo che per leggerle bisogna saperle cercare e non importa affatto dalla bocca di chi escono...In Ogni caso questo blog lo scrivo soprattutto per me, perchè scrivere è ciò che amo di più e se poi riesco anche ad essere un po' interessante, beh allora non potrò chiedere nient'altro di più...

Nancy